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Maria Elena Levoni, Mantova e le Pescherie di Giulio Romano

L’ANTEFATTO

Uno degli aspetti più belli del mio lavoro è quello di essere immersa nelle bellezze italiane e di incontrare e aiutare persone, piene di passione, che vogliono recuperare e valorizzare il nostro patrimonio monumentale.

Un paio di anni fa sono stata contattata dagli Amici di Palazzo Te, volevano parlarmi del progetto di restauro delle Pescherie di Giulio Romano a Mantova.

L’Associazione, composta da un piccolo gruppo di persone, si era fatta carico di questo monumento incredibile, che aveva rischiato di essere ceduto a privati, dall’allora amministrazione comunale. Attraverso una petizione, erano riusciti ad ottenere una concessione di trent’anni con l’impegno di occuparsi del restauro.

Il Presidente Paolo Corbellani si è speso moltissimo per riuscire ad ottenere i primi fondi attraverso bandi della Regione Lombardia, banche e fondazioni, ma era arrivato il momento di iniziare a chiedere fondi anche alle imprese.
Quando ci siamo incontrati, avevano già iniziato a lavorare sul primo di quattro obiettivi che prevedeva l’esecuzione di scavi e demolizioni e di saggi sugli intonaci per verificare la consistenza del complesso edilizio e l’eventuale presenza di elementi decorativi. Piccolo problema, dovevano ancora raccogliere l’80% dei fondi necessari per coprire tutti i costi per realizzare anche gli altri obiettivi: l’accesso permanente alla riva del Rio, il restauro e la ristrutturazione dell’intero edificio giuliesco.

Il primo lavoro fatto con loro, insieme alla squadra di Aragorn, è stata la stesura del Documento Buona Causa, fondamentale per comprendere obiettivi, costi e tempi di un progetto.
Maria Elena Levoni è il vicepresidente dell’associazione Le Pescherie di Giulio Romano. Logopedista e socia della Levoni Spa, si è assunta l’incarico di lavorare sulla strategia di raccolta fondi ed è su questo che mi ha chiesto di aiutarla.

Ecco il suo racconto…

“Mantova è una città d’acqua, anche se spesso manca questa percezione a chi arriva da fuori. Il Rio di Mantova è un progetto realizzato da Alberto Pitentino intorno al 1200, con lo scopo di regolare le acque dei laghi circostanti. Per questo, ci è sembrato importante mettere come primo obiettivo, nei lavori di recupero, la riapertura dell’accesso al Rio.

Il progetto, nella sua interezza, prevede la restituzione del monumento, con il restauro dell’edificio, del loggiato e della facciata, ultimo esempio del classico bugnato giuliesco, e la realizzazione di una caffetteria, come luogo di incontro per la comunità. Ma non solo. Mantova e Sabbioneta sono Patrimonio dell’Unesco e grazie alla collaborazione nata con l’Ufficio Unesco, le Pescherie diventeranno un punto di accoglienza per i turisti che troveranno qui percorsi virtuali e tante informazioni su queste due straordinarie città del Rinascimento italiano.

Strada facendo ci siamo resi conto della complessità del progetto e della difficoltà di reperire fondi dai privati. La stesura del Documento Buona Causa, realizzato insieme ad Alessandra e al team di Aragorn, è stato per noi illuminante. Avere chiari quali fossero i nostri obiettivi, ragionare su tempi e costi, ci ha fatto capire che c’era la necessità di applicare un metodo tutto nuovo per noi, quello imprenditoriale. Bisognava partire dall’ascolto dei nostri potenziali sostenitori (ascoltare il mercato) e immaginare con loro come una loro partecipazione potesse essere funzionale e coerente sia alla realizzazione del nostro progetto che alle strategie di sviluppo aziendale (creare il prodotto). Ma non solo. Il Documento di Buona Causa ci ha anche aiutato a fare un lavoro identitario e una riflessione su ciò che accadrà in quegli spazi oltre al restauro.

Grazie a questo cambio di visione abbiamo già raccolto i fondi per chiudere la prima parte dei lavori e coprire i costi per la realizzazione della caffetteria, che sarà aperta tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2022: la strada è ancora lunga, ma abbiamo imparato a seguire la giusta direzione…

Grazie, inoltre, alle alleanze create con i primi sostenitori, abbiamo potuto dedicare risorse anche alla comunicazione, elemento fondamentale per il successo di qualsiasi campagna di raccolta fondi: ami ciò che conosci, proteggi (finanzi) ciò che ami.
Su suggerimento di Alessandra, ci siamo affidati alla Scuola Holden, con cui oggi stiamo portando avanti in particolare una campagna online mirata a far avvicinare il pubblico più vasto possibile alla storia della città e delle sue imprese.

A breve partirà un bellissimo progetto su Instagram. Si tratta di un gioco interattivo, pensato per coinvolgere anche i più giovani, con l’idea di creare divertimento grazie e insieme alla Cultura!
Insomma, è davvero importante e appagante creare alleanze tra il mondo delle Imprese e il mondo della Cultura. Ogni investimento in Cultura, da parte di un imprenditore, porta un miglioramento qualitativo nella quotidianità della nostra Società: questo deve essere motivo di orgoglio per tutti e speriamo di suscitare il desiderio di emulazione in tanti altri imprenditori. Il binomio impresa e cultura è la premessa per una società dove vivremo tutti meglio”.

Immagine int-herit.eu

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