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Chiara Rostagno, il Cenacolo e il turismo “fuori porta”

L’ANTEFATTO
Ho lavorato con Chiara Rostagno nel 2017. All’epoca era la direttrice del Cenacolo Vinciano, che nel 2019 poteva accogliere solo 400.000 ingressi annui avendo però richieste per oltre 1.000.000 di persone.

Era il “museo” più visitato di Milano. Si sentiva l’urgente necessità di incrementare il numero di visitatori e così è nata la mia prima occasione di lavoro al fianco di Chiara. L’unico modo per poterlo fare, era aumentare il numero di ingressi giornalieri, ma trattandosi del Cenacolo non era cosa semplice.

Da sempre per evitare di deteriorare l’affresco di Leonardo Da Vinci, il numero di visitatori viene contingentato. Si pensò quindi di realizzare ciò che poi fu definito un restauro ambientale: potenziare i sistemi di controllo e depurazione dell’aria. Oscar Farinetti, titolare di Eataly, decise di donare 700.000 euro per sostenere l’iniziativa (la restante parte venne coperta dal Ministero dei Beni Culturali). Farinetti battezzò subito il progetto “Una cena così non la puoi perdere”.

Ma tutto è cambiato da allora…
Oggi, al contrario, la situazione post covid impone la riapertura del Cenacolo con ingressi ancor più contingentati di prima del restauro, ma non solo al Cenacolo, in tutti i musei!
Ho chiesto a Chiara Rostagno quale sia la sua visione sulla fruizione dei luoghi legati alla cultura nel prossimo futuro: chi sarà il visitatore post COVID? Come si frequenteranno i luoghi d’arte e cultura? Perché?

Ecco il suo racconto…
“Il 2020 e questi primi mesi del 2021, hanno portato ad un impoverimento culturale. L’impossibilità di visitare musei, ci ha resi tutti un po’ più miseri. Questa carenza di “bellezza” non ha aiutato soprattutto i più giovani, che anche grazie alle gite scolastiche vengono in contatto con la cultura in modo forse omeopatico ma profondo.

E’ importante che l’arte e il bello possano entrare nella biografia di ciascuno. Giovani che oggi sfogano tanta frustrazione anche con esplosioni di violenza o, peggio, isolandosi e cadendo in depressione.
Ma fortunatamente stiamo tornando a visitare il nostro patrimonio artistico, verso il quale, a mio avviso, bisognerebbe iniziare ad approcciarsi diversamente, iniziando a progettare il proprio tempo libero ponendo attenzione in primis a tutto ciò che ci circonda.

Non c’è bisogno di andare dall’altra parte del modo per trovare nutrimento e sollievo per l’anima. L’Italia è la culla della bellezza e dell’arte. Viviamo circondati da opere d’arte e spesso nemmeno ce ne accorgiamo. Credo che dovremmo puntare sul turismo fuori porta “di casa”, inteso proprio come conoscenza del territorio che ci circonda, in attesa di tornare a viaggiare anche in luoghi lontani.

Ci vorrà pazienza, bisognerà prenotarsi e attendere il proprio turno. Nuovi rituali che al Cenacolo erano una prassi consolidata .… Attendere (temine che amo) è magnifico: è un modo per trasferire attraverso un rituale, la preziosità dell’esperienza che si sta per vivere.
Nell’ultimo anno ho vissuto a Como.

Qui, nel mio personale processo da turista fuori porta, ho riscoperto il Museo Giovio. Una piccola perla, nella quale è esposta una collana in micromosaico appartenuta a Candida Lena Perpenti, che era donna e una scienziata straordinaria. Si tratta di un regalo che le fece Eugenio (Eugène) de Beauharnais, per ringraziarla per avergli realizzato dei guanti in fibra di amianto. Mi piace immaginare che Candida, donna di scienza, si emozionò ricevendo questo regalo così tanto femminile (la immagino sorridere) …quante emozioni, quanti pensieri può suscitare l’entrare in contatto con altre storie umane?

Tutto il dolore vissuto in questo anno e mezzo, può trovare una sua elaborazione nel bello che ci circonda.
Torno a parlare dei giovani, perché è nelle loro mani che si trova il nostro futuro, anche culturale. Arricchire le loro menti ed i loro occhi con tutta la bellezza che solo l’arte sa racchiudere sarà l’antidoto più potente per tornare a guardare al domani e alla vita con occhi più lucenti. A questo dobbiamo puntare: a luoghi di cultura dove si parli il linguaggio dei giovani”.

Chiara Rostagno oggi è architetto per il MiC, alla Dire<ione regionale Musei della Lombardia dove è referente del Sistema Museale Nazionale ed è curatore scientifico per la valorizzazione di Palazzo Litta per il Segretariato regionale del Ministero della Cultura in Lombardia.

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